sábado, 17 de mayo de 2014

Un abismo nos separa

A medida que pasa el tiempo, me voy dando cuenta de cómo el abismo que se ha estado abriendo desde hace algunas décadas, ha alcanzado últimamente profundidades alarmantes! El "nuevo curso", iniciado hace poco más de un año, nos está ayudando a comprender cómo algunas mentalidades, ya deformadas por años de progresismo, están adquiriendo nuevos bríos, gracias a ciertos "ejemplos" que vienen de lo alto y que son "dignos" de ser imitados so pretexto de quedar fuera del coro...

Ante las desafortunadas palabras del nuevo presidente de la conferencia episcopal italiana, quien no se siente "identificado con los rostros inexpresivos de los que rezan el Rosario delante de las clínicas abortistas", habría que preguntarse si dichas palabras provienen de alguien que cree que pertenece a la Iglesia Católica o, por el contrario, ha preferido elegir el camino que lleva a una falsa religión mundial donde todo está permitido, menos a quienes defienden la Iglesia de Cristo y sus perennes enseñanzas, incluídas el repudio por el crimen abominable del aborto, el rezo del Santo Rosario, con o sin rostro inexpresivo, cosa que a este señor no debería importarle. Más debería preocuparse por el abandono en la defensa de los "principios no negociables" que, hasta que Benedicto XVI era Papa, y con él todos sus predecesores, se han ocupado de defender a costa del repudio de los hijos de las tinieblas.

Por suerte para nosotros, es un modo de decir, vamos conociendo... y defendiéndonos, de aquellos que prodríamos denominar falsos pastores que van saliendo a la luz y estar prevenidos porque seguramente no será ni el primero ni el último que aparecerá en nuestro horizonte. Lo importante es que podamos distinguir la luz de las tinieblas. Y que Dios nos ilumine para alcanzar esta gracia.

Miserere



Del blog "Chiesa e postconcilio"

sabato 17 maggio 2014

Eccellenza, non giudichi il volto di chi prega in favore della vita.

Le parole di Mons. Galantino che ha affermato: «...In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro» [qui] hanno suscitato molte reazioni. Abbiamo detto la nostra nel corso di una precedente discussione. Riporto brevemente un mio commento:
Mi chiedo in base a quale logica mons. Galantino possa escludere che nel cuore e nelle azioni di quelle persone impegnate a manifestare con la preghiera, che lui vede riduttivamente solo come "visi inespressivi" (un simil-bergoglismo pari a quello dei "peperoncini sottaceto"), non ci sia anche l'aiuto concreto per il prossimo.
>Come se la preghiera e l'impegno sociale fossero due cose alternative...
>E come se la vera capacità di lottare per la salute e il lavoro non venisse da un'interiorità e da una volontà animate dalla fede. Altrimenti sta parlando di semplice umanitarismo, non del vero umanesimo cristiano, cioè di cristianesimo.
>Come può un uomo di chiesa, sottovalutare la forza della preghiera, e anche del rosario? E non cogliere il significato dato a quelle manifestazioni? E addirittura esercitare la violenza di irridere chi vi partecipa, con la nuova arroganza clericale che usa misericordia con i lontani e disprezza e bastona i vicini?
Siamo arrivati al punto che, se dovessimo scrivere un articolo per ogni esternazione delle Gerarchie e dello stesso Bergoglio - che rischiano di sommergerci anche perché amplificate dallo tsunami mediatico - entreremmo in un circuito demenziale. Ma val la pena riportare la lettera che segue ripresa da La nuova bussola quotidiana:

«Eccellenza,
sono una donna ormai di mezza età che è passata attraverso l’amara esperienza dell’aborto. Per ben tre volte ho soppresso la vita dei bimbi che portavo in grembo. Solo la fede ritrovata per grazia mi ha fatto comprendere l’atrocità di ciò che ho commesso, e mi ha condotto ad un impegno in difesa della vita. Così, anch’io mi sono ritrovata tra quelle persone che pregano davanti alle cliniche in cui avvengono quelli che la Chiesa giustamente definisce “abominevoli crimini”. Se ho deciso di recitare il rosario in quei luoghi è stato solo per implorare una grazia per quelle povere donne. Ho pregato che il loro cuore potesse essere illuminato in un momento di così cupo dolore.

Eccellenza, io non ho il volto patinato di un’attrice, ho un volto normale uguale a quello di tante altre donne, ma sarebbe ingeneroso definirlo “inespressivo”. Il mio volto è capace di ridere e di piangere come il volto di ogni essere umano. Le posso assicurare, Eccellenza, che quando il peso dei miei molti peccati ha fatto sgorgare lacrime amare sul quel volto, un’espressione di dolore c’era. Eccome se c’era! Ancora adesso riesco a commuovermi per quelle donne che non sono capaci di accogliere il dono della vita. E per loro continuerò a pregare, anche se questo Lei, forse, fatica a comprenderlo. Capisco, del resto, che come uomo Lei abbia difficoltà ad immaginare cosa significhi la tragedia di una maternità autonegata. 

Nella Chiesa, Eccellenza, per quello che ho fatto non mi sono sentita giudicata. Ed è per questo che io non giudico nessuno. Prego solo per quelle donne che, a volte ignare, commettono i miei stessi errori, precipitando, poi, nell’abisso di un eterno rimorso. Ecco perché, Eccellenza, mi permetto indegnamente di suggerire anche a Lei di non giudicare il volto di chi prega in favore della vita. La misericordia di cui tanto giustamente parla Papa Francesco passa anche attraverso questa capacità di amare e comprendere tutti i volti. Perché non esistono volti inespressivi. Ogni volto, anche quello più orripilante, è sempre un’espressione dell’anima. E ogni volto, Eccellenza, è sempre l’immagine di Dio. Con devozione. Maria».

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