jueves, 22 de noviembre de 2012

“Felices como niños en Navidad”

Les propongo un post del blog "Una cum Papa nostro" que casi, dirìa, me hubiera gustado haber escrito yo misma!
A distancia de 22 dìas del inicio de la peregrinaciòn, este post me hace recordar las maravillosas jornadas vividas en Roma gracias a esta peregrinaciòn tradicional, la primera de este tipo, luego de la promulgaciòn del Motu Proprio "Summorum Pontificum".


Una frase del post dice: “felici come dei bambini a Natale” (“Felices como niños en Navidad”) y se refiere a los sacerdotes que tomaron parte en el evento. Agregarìa que, no sòlo los sacerdotes se sentìan asì sino también, creo, todos nos sentimos de la misma manera, especialmente cuando caminàbamos desde San Salvatore in Lauro hasta la basìlica de San Pedro, cantando y rezando lo que forma parte del patrimonio perenne de la Iglesia Catòlica de rito latino. Yo misma me sentìa una niña, alegre y feliz de participar en algo que ya forma parte de la Historia pero que, de algùn modo, marcarà un hito en el camino hacia un completo reconocimiento del rito antiguo de parte de la Iglesia entera!
Cuando le preguntaron al card. Cañizares el motivo por el cual iba celebrar una Misa tradicional para nuestra peregrinaciòn, dijo que era para hacer ver que era NORMAL celebrar de esa manera! Y a èsto debemos llegar: que sea normal celebrar la Santa Misa en rito antiguo! Que sea normal que, en cada parroquia, haya esta posibilidad! Que sea normal para el catòlico comùn participar, tanto al nuevo (bien celebrado!) como al antiguo, sin que resulte que alguno se encuentre perdido! Ya sé, quizà es mucho pedir en este momento porque sòlo cinco años han pasado del Motu Proprio y queda mucho por hacer. Pero el deseo de que cambien las cosas està presente y espero que no nos abandone Dios misericordioso y podamos llegar a ver la "normalizaciòn" de lo que, por muchos siglos, ha sido normal. Amén!




Il pellegrinaggio della messa tradizionale a Roma: un coronamento ma anche un momento propulsivo



di Jeanne Smits

 – Emozione e riconoscenza: ecco i due sentimenti che, di sicuro, hanno animato le centinaia di pellegrini che hanno partecipato ai diversi appuntamenti proposti dal Coetus Internationalis Summorum Pontificum dal primo al tre novembre, e le migliaia di persone, soprattutto laici, che hanno partecipato al momento culminante, nella Basilica di S. Pietro, sabato pomeriggio.

Emozione di vedere davvero onorata la liturgia tradizionale, in tutta la bellezza che le è propria. E non è un caso se la messa di commemorazione di tutti i defunti, venerdì, nella chiesa della Trinità dei Pellegrini, ha radunato un numero considerevole di fedeli. Celebrata da Mons. Sciacca, Segretario del Governatorato della Città del Vaticano, essa fa parte dei riti che contrastano più violentemente con il loro corrispondente nella liturgia “ordinaria”: che ha “dimenticato” i paramenti neri, “dimenticato” il lato terribile della morte, “dimenticato”, troppo spesso, le preghiere per strappare i defunti dagli artigli dell’inferno…

La chiesa della Trinità dei Pellegrini, parrocchia personale interamente dedicata alla liturgia tradizionale, è uno dei numerosi e, inizialmente, inattesi frutti del Motu Proprio. Affidata nel 2008 alla Fraternità San Pietro, essa accoglie molti pellegrini di passaggio a Roma; soprattutto, è sovente visitata da seminaristi e da sacerdoti che si stanno formando nella città eterna, e che vengono qui a scoprire una liturgia che non conoscono. Molti di loro non si limitano a soddisfare una curiosità, ma chiedono di imparare a celebrare la
liturgia tradizionale, e spesso lo fanno proprio lì.

Noi eravamo presenti solo all’appuntamento di sabato, ed abbiamo potuto vedere e vivere sul posto la profonda pietà e l’atmosfera di pace del pellegrinaggio. Dopo l’adorazione eucaristica per tutta la mattinata a San Salvatore in Lauro, sull’altra sponda del Tevere, alla quale hanno assistito numerosi sacerdoti e chierici, centinaia di fedeli si sono ritrovati per una processione contraddistinta dal canto degli inni latini tradizionali e delle litanie dei santi. In un istante, la grande diversità delle origini nazionali e linguistiche non ha più costituito un problema. Si pregava, si cantava insieme grazie alla lingua latina, che è il patrimonio comune di tutti i fedeli di rito latino…

A quando risaliva una processione come questa, all’ombra di Castel sant’Angelo, e poi lungo la corsia centrale di via della Conciliazione? È stata la marcia lenta e solenne, sotto lo sguardo sbalordito dei numerosi turisti del week-end di Ognissanti (“È per un film?”), di centinaia e centinaia di persone che rendevano a loro modo “visibile” la Chiesa. Cosa certo non originale a Roma, ma che in quell’occasione significava molto.

Stessa impressione di forza e di pace in Basilica… Bisogna sottolineare la caratura dei partecipanti: accanto al Cardinal Canizares, il cerimoniere era don Almiro de Andrade, della Commissione Ecclesia Dei; mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, sotto-segretario del Culti Divino, era il prete assistente; il diacono, don William Barker, è vicario alla Trinità dei Pellegrini; il suddiacono era il domenicano padre Réginald-Marie, della Fraternità San Vincenzo Ferrier; il secondo cerimoniere, don Marco Cuneo, della diocesi di Albenga-Imperia. Era anche presente, come “familiare”, don Rinaldo Bombardelli, il sacerdote che ha “riportato la messa tridentina a Trento”, dopo averla scoperta grazie al Motu Proprio.

Si vedevano dei sacerdoti “felici come dei bambini a Natale”, ha commentato uno degli organizzatori uscendo dalla messa. Se quella stessa mattina non ci fosse stata la messa celebrata da Benedetto XVI in San Pietro per i cardinali defunti nell’anno, parecchi cardinali si sarebbero uniti ai tanti sacerdoti e prelati presenti in coro: numerosi hanno inviato un messaggio per scusarsi di non poter partecipare.

Si notava, comunque, la presenza di mons. Di Noia, insediato alla Commissione ecclesia Dei per facilitare i rapporti con la Fraternità San Pietro; quella di mons. Perl, già responsabile della Commissione, e del suo
attuale presidente, mons. Pozzo, che quella stessa mattina aveva appreso la sua elezione ad arcivescovo ed elemosiniere del Papa. Mons. Wach, don Laguérie, don Cantoni dell’Opus Mariae e molti altri sacerdoti e religiosi come don Nicola Bux, e il padre Nuara, domenicano italiano, hanno voluto anch’essi essere presenti.

Ma è stata, soprattutto, un’iniziativa dei fedeli: diversi rappresentanti e personalità della Federazione Internazionale Una Voce, che erano presenti (Patrick Banken, Jack Oostveen, Leo Darroch, Jacques Dhaussy e altri…), hanno contribuito a far conoscere il pellegrinaggio, che è stato sostenuto con entusiasmo da don Claude Barthe. I loro sforzi hanno avuto successo, poiché si può dire che l’evento ha segnato una tappa importante nella “normalizzazione” della messa tradizionale, dopo tanti anni difficili nel corso dei quali numerosi istituti, fraternità, comunità l’hanno conservata nonostante venti e maree contrari. Ma non si è trattato di una conclusione: occorre vedere nell’evento un momento propulsivo, che si deve a tante
persone ostinate nel loro amore per la Chiesa, per la liturgia e per la messa, e che sta acquistando forza crescente.

© 2012 Présent – France n° 7726 di Sabato 10 novembre 2012

lunes, 19 de noviembre de 2012

Blasfemia e impunidad de cierta prensa francesa

No querìa abrir enteramente el dibujo calificado de blasfemo porque ya por los comentarios que pude leer en facebook iba a ser demasiado shockeante... Sin embargo, velozmente, lo hice. Velozmente... tan insoportable a la vista una caricatura abominable que ofende nuestra Fe en la Santìsima Trinidad. No hay lìmites para la bajeza, ni para el respeto debido y, acà hablamos de los manoseados "derechos humanos", que los tienen todos menos los catòlicos! Se grita al escàndalo cuando se tocan sensibilidades ebreas o islàmicas, u homosexuales y afines. Cae la guillotina cuando se tocan estos sectores de la sociedad y los culpables de las ofensas son procesados y condenados pero cuando las vìctimas de una blasfemia somos los catòlicos... bueno, se mira para otro lado. También el Vaticano reaccionarà de esta manera?
Como siempre las iniciativas en defensa de la Fe Catòlica parten de sectores tradicionales (por qué serà?) y se estàn juntando firmas para enviar al portavoz de la Santa Sede, padre Federico Lombardi, pidiendo que se eleve una protesta ante el gobierno francés para que no se repita nunca màs una vergüenza como la caricatura del diario francés “Charlie-Hebdo”.
 El que tenga estòmago para ver la caricatura completa, el link es éste y el artìculo de aquì abajo es de "Correspondencia Romana". Para firmar la peticiòn, aquì.




Appello alla Santa Sede contro l’oscena blasfemia di Charlie-Hebdo


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Un gruppo di associazioni e di siti cattolici ha chiesto alla Santa Sede “di elevare una protesta vibrante e fare i passi necessari presso il governo francese affinché mai più si ripeta una vergogna” quale la vignetta blasfema pubblicata dal giornale francese (visualizza la vignetta) “Charlie-Hebdo”.
L’appello, consegnato il 15 novembre al padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, ha, come primi firmatari, il Presidente dell’Associazione Famiglia Domani, Luigi Coda Nunziante, e il Presidente della Fondazione Lepanto, Roberto de Mattei. Tutti coloro che vogliono aderire a quest’appello, di cui riportiamo il testo integrale, possono farlo cliccando qui.

Rev. Padre Lombardi,
Si può ancora tacere? Oscenità e blasfemia si confondono nella sordida provocazione di un giornale francese, autore di una vignetta in cui per rivendicare l’unione omosessuale, violazione estrema della legge naturale, si oltraggia in modo inammissibile la Santissima Trinità, mistero centrale della fede cristiana.
No, non è possibile mantenere il silenzio: è necessario che la Santa Sede esprima pubblicamente la sua indignazione, come stanno facendo tanti semplici cattolici in Francia e in Europa. E poiché Lei è portavoce della Santa Sede, a Lei ci rivolgiamo affinché si faccia nostro portavoce presso le supreme autorità ecclesiastiche, alle quali chiediamo di elevare una protesta vibrante e fare i passi necessari presso il governo francese affinché mai più si ripeta una vergogna del genere. Che la voce degli uomini si alzi prima della mano di Dio, che da nessuno può essere impunemente irriso (Gal. 6, 7)!
Con devoto ossequio

viernes, 16 de noviembre de 2012

Bertone exige el uso del hàbito en el Vaticano

No es la primera vez que en el Vaticano reclaman el uso del hàbito, sacerdotal o religioso que sea. Recordemos que, no sòlo el Còdigo de Derecho Canònico lo dispone sino también la Sacrosanctum Concilium, documento del Concilio Vaticano II. Llama la atenciòn que esta disposiciòn provenga del Secretario de Estado, card. Bertone, ya que, aparentemente, dentro del mismo Vaticano, no todos los eclesiàsticos que allì trabajan o que estàn de paso estàn al tanto de que es necesario el uso del hàbito. Serà realmente por ignorancia o por deliberado desdén por no decir odio hacia la prenda que identifica al sacerdote? A veces me parece que, los que se llenan la boca del CVII y exigen la aplicaciòn del mismo, justamente ciertos documentos no los han leìdo o han leìdo la parte que les conviene... Claro està que es difìcil ser creìbles cuando se predica una cosa y luego se hace la opuesta.

Me viene a la mente un episodio que me ocurriò unos cuantos años atràs, estando yo en Alemania deseaba confesarme. Me decìa que, no conociendo el alemàn, si el confesor no sabìa siquiera inglés, al menos con la  absoluciòn y la penitencia podrìamos entendernos en latìn. Me presento en la iglesia   (la ùnica catòlica en aquella época!) de la ciudad de Bremen y, en el confesionario, veo un hombre vestido con saco y corbata... "Y èste qué hace ahì?", pienso. Y me voy! Otro dìa, misma iglesia,  otra vez la misma persona en el confesionario y yo tenìa que confesarme no queriendo dejar pasar màs tiempo. Pregunto para confesarme y el hombre me dice que sì. Era un sacerdote que hablaba un poco de inglés y al cual le entendì la penitencia en latìn. Bueno pero todos estos trastornos no podìan haberse evitado si el sacerdote hubiera usado, al menos!, el clergyman? 

Nunca voy a entender el temor a "exhibir" la sotana o el clergyman, esa falta de identidad o pocas ganas de identificarse, no sé si por vergüenza o por qué motivo, cuando alguien tiene necesidad de recurrir a un sacerdote... Yo espero que mediten los interesados porque si es por vergüenza que no usan sotana no sea que también se avergüencen de Cristo! Y, de paso, ser obedientes a lo que la Iglesia dispone no hace mal, eh?

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11/16/2012

Vaticano, que el hábito sí haga al monje


Una ordenación sacerdotal
UNA ORDENACIÓN SACERDOTAL

Una circular interna firmada por el cardenal Bertone invita a todos los eclesiásticos que trabajan en la Santa Sede a que usen la sotana negra o el “clergyman”

ANDREA TORNIELLI

CIUDAD DEL VATICANO

El hábito debe hacer al monje, por lo menos en el Vaticano. El pasado 15 de octubre, el cardenal Tarcisio Bertone, Secretario de Estado, firmó una circular enviada a todos los entes de la Curia romana para subrayar que los sacerdotes y religiosos deben presentarse al trabajo con la vestimenta adecuada, es decir el “clergyman” o la sotana negra. En las ocasiones oficiales, sobre todo ante la presencia del Papa, los monseñores ya no podrán dejar en el armario los paramentos de botones rojos y franja púrpura.

Un llamado para respetar las normas canónicas que representa una señal precisa, que seguramente tendrá un eco incluso fuera de las fornteras del estado más pequeño del mundo: de hecho, en el Vaticano son muy raros los religiosos que no visten como tales. Y es probable que este llamado para tener una presentación fiel e impecable, formalmente, será interpretado como un ejemplo para los que llegan de fuera al Vaticano, es decir para los obispos o sacerdotes de paso por Roma. Una forma de “decírselo a la suegra para que lo entienda la nuera”, como se dice en italiano.

El Código de derecho canónico establece que «los cléricos deben llevar un hábito eclesiástico decoroso», según las normas emanadas por las diferentes conferencias episcopales. La Conferencia de Italia, por ejemplo, establece que «el clero en público debe usar la sotana o el “clergyman”», es decir el traje negro o gris con el alzacuello blanco. El nombre en inglés revela su origen protestante, pero entró a formar parte del vestuario de los eclesiásticos católicos, aunque al inicio era una concesión para los que debían viajar.

La Congregación vaticana para el Clero explicaba en 1994 los motivos incluso sociológicos del aspecto de los sacerdotes: «En una sociedad secularizada y tendencialmente materialista», es «particularmente necesario que el presbítero –hombre de Dios, dispensador de sus misterios– sea reconocible a los ojos de la comunidad».

La circular de Bertone pide a los monseñores que usen el «hábito llano», es decir el vestido con los botones rojos, en los actos «en los que esté presente el Santo Padre», así como en el resto de las ocasiones oficiales. Una invitación que también se extiende a los obispos que asisten a una audiencia con el Papa, que, a partir de ahora, deberán seguir rigurosamente la etiqueta.

El uso de vestimenta civil para el clero estaba relacionado, en el pasado, a situaciones particulares, como en el caso de Turquía durante los años ochenta o en México hasta hace no mucho tiempo, en donde los obispos estaban acostumbrados a salir de casa vestidos como empresarios. Esta costumbre se fue extendiendo poco a poco por Europa: no hay que olvidar las conocidas imágenes del joven teólogo Joseph Ratzinger con saco y corbata oscura durante los años del Concilio. Sobre todo, fue después del Vaticano II cuando la sotana acabó en el armario, por lo que el sacerdote se distingue cada vez menos. Desde hace años, sobre todo entre los sacerdotes jóvenes, se registra una contracorriente. Un cambio “clerical” que ahora está por escrito en una circular del Secretario de Estado.

http://vaticaninsider.lastampa.it/es/reportajes-y-entrevistas/dettagliospain/articolo/vaticano-talare-preti-19795

martes, 13 de noviembre de 2012

El Patriarca Moraglia en sintonìa con el Papa

El tìtulo del post puede sonar provocador... A ver, hagamos un poco de cuentas: cuàntos obispos y sacerdotes imitan al Papa en lo que se refiere a la liturgia?
Desde hace algunos años, vemos a Benedicto XVI celebrar la Santa Misa con el crucufijo en medio del altar y tres candeleros a la derecha y otros tres a la izquierda como se usa en las Misas Tradicionales. Esta manera de celebrar del Santo Padre, en la cual vemos còmo se subraya la centralidad de Cristo en el Santo Sacrificio de la Misa y no la figura del sacerdote, no ha sido impuesta al clero sino màs bien sugerida, digna de imitar. Pero cuàntos lo hacen? Cuàntos todavìa prefieren, como quien dice, dar la cara a la gente antes que quedar "cubiertos" por una cruz para tal vez no urtar sensibilidades en los fieles que asisten. Notar que digo "una cruz" y no "la Cruz".
El Patriarca de Venezia, mons. Francesco Moraglia, dicho sea de paso, es mi obispo. Hace poco que lo tenemos. Es una bendiciòn para Venecia y... dolores de cabeza para màs de cuatro miembros del clero lagunar que evidentemente non han visto con buenos ojos su llegada al Patriarcado. Por algo serà. Pero dejemos de lado, por ahora, los problemas de la diòcesis y concentrémonos en la Misa que, con motivo de la apertura del Año de la Fe, el Patriarca ha celebrado, cosa insòlita, en la Plaza de San Marcos, el 14 de octubre. A imitaciòn del Papa y en dòcil obediencia como ejemplo para su clero, he aquì el altar, los candeleros y el Crucifijo. Encontraremos algùn otro sacerdote veneciano que quiera imitar al Papa y al Patriarca de ahora en màs y contribuir al decoro de la celebraciòn de la Santa Misa? Ojalà, Dios quiera que sì.


lunes, 12 de noviembre de 2012

V Pellegrinaggio toscano alla Madonna di Montenero - Livorno

Bellìsimo video de la peregrinaciòn al santuario livornese de la Virgen de Montenero del 22/09/2012 con la Misa celebrada por el card. Raymond Burke y la participaciòn de miembros del Instituto Cristo Re.


jueves, 8 de noviembre de 2012

Annachiara Valle da marcha atràs

Parece que los temores de la periodista de "Famiglia Cristiana" se dispersaron dando paso a una opiniòn equilibrada sobre la peregrinaciòn del 3 de noviembre. El artìculo anterior estaba lleno de prejuicios. En fin, lo que se dice "abriò el paraguas antes de que lloviera". Ahora, pasado el 3 de noviembre, se hacen las cuentas y se reconoce que, después de todo, no somos tan "peligrosos".

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Tradizionalisti, facciamo chiarezza

Non sono scismatici. Sono pienamente dentro la Chiesa cattolica. Sono convinti che occorre tornare alla liturgia precedente l’ultimo Concilio. Nessuna confusione con i lefebvriani.

08/11/2012
Il nome "tradizionalisti" proprio non gli piace. Preferiscono chiamarsi  “cattolici tradizionali”. I fedeli legati alle forme liturgiche antecedenti al Concilio Vaticano II spartiscono con i "tradizionalisti irregolari" (i cosiddetti lefebvriani), l’uso del messale di San Pio V e l’attaccamento ad alcune pratiche e insegnamenti della Chiesa precedenti al Vaticano II. 

Senza essere scismatici, e dunque essendo pienamente all’interno della Chiesa cattolica, sono convinti, però, che occorre tornare alla liturgia precedente l’ultimo Concilio. Per questo hanno salutato con favore il Motu proprio Sommorum Pontificum con il quale, con molte prudenze ed eccezioni, Benedetto XVI ha disciplinato l’uso del Messale romano del 1962, il cosiddetto rito tridentino. Con il Motu proprio il Papa, spiegando in quali occasioni e con quali autorizzazioni è possibile celebrare secondo il rito tridentino, ha voluto sia mettere ordine in quanto stava succedendo dentro la Chiesa cattolica.

L’anniversario dei 50 anni di apertura del Concilio Vaticano II ha poi rilanciato l’antica quanto inutile polemica sull’ermeneutica della continuità o discontinuità del Concilio. Questo tipo di ermeneutica, cioè interpretazione, si può applicare anche per il Concilio di Trento. Ogni Concilio, infatti, rappresenta una innovazione. Questo non vuol dire che cambi la struttura fondamentale della Chiesa, cioè che mutino gli elementi costitutivi. Diverso discorso per le pratiche ecclesiastiche. Anche il Concilio di Trento ha costituito una rottura con le pratiche ecclesiastiche precedenti.  I “decreti di riforma” (si chiamano così) messi in pratica soprattutto da San Carlo Borromeo, hanno profondamente innovato la Chiesa Lombarda e Piemontese, per esempio. 

Il Vaticano II è stato  un aggiornamento nella continuità: per vivere in modo autentico la tradizione della Chiesa c’è bisogno di rinnovarsi. Il tesoro della Chiesa, come diceva sant'Ireneo, è un tesoro vivo che «ringiovanisce continuamente il vaso che lo contiene». Le critiche che i tradizionalisti muovono al Vaticano II sul tema della liturgia non tengono conto del fatto che ogni Concilio è un aggiornamento nella continuità: la Verità rivelata resta sempre la stessa, ma cambiano le parole e il metodo per far arrivare quella Verità al cuore degli uomini e delle donne.

I tradizionalisti potrebbero essere quel ponte di dialogo che può facilitare il pieno rientro tanto auspicato dallo stesso Benedetto XVI di coloro che si sono allontanati dopo il Concilio. Nessuna confusione, quindi, tra tradizionalisti e lefebvriani.

Annachiara Valle

Opiniones de diversos blogs sobre la peregrinación del 3 de noviembre - Parte II

Hoy, el blog amigo blog.messainlatino.it comenta un artìculo del blog de Andrea Tornielli donde se dice que hay un sitio catòlico (se supo luego que se trataba de korazym.org) que habrìa intentado influir en el Papa para que èste "no manifestara su cercanìa" a los peregrinos del 3 de noviembre. 


Quien escribe para korazym.org, Angela Ambrogetti, ha sido autora de un artìculo bastante impiadoso y, yo dirìa, injurioso para los catòlicos de sensibilidad tradicional, al que también hace menciòn Messainlatino que es éste. Mi pregunta es: qué mal les hemos hecho al Papa, a la Iglesia "profética" citada por la Ambrogetti, a la misma Ambrogetti que parece desconocer el rumbo que lleva la Iglesia bajo el actual pontificado? Qué ganas de crear divisiòn gratuita cuando el Santo Padre ha hecho de la bùsqueda de la unidad entre los catòlicos una prioridad de su pontificado! La verdad es que, para algunos sectores de la Iglesia màs bien sectarios, està muy còmodo dejar las cosas como estàn. Esto del "resurgimiento" de la Tradiciòn les està dando dolores de cabeza. Es como si se estuviera terminando la "paz" de que gozaron por décadas. Qué le vamos a hacer! Son cosas que pasan. Vamos a tomarlo con una sonrisa visto los tiempos que cambian... no para atràs como teme la Ambrogetti & Co, sino para adelante. Va a haber que acusar recibo.

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Tornielli individua nel web "il noto sito cattolico" che aveva tentato di influenzare il Papa

"Ecco l'orrido campo" della cattiva fede e della "lotta continua" dei disperati contro i fedeli legati alle antichissime espressioni liturgiche dei nostri padri.
Per completare la nostra piccola galleria degli orrori trascriviamo quanto ha scritto, in commento al nostro pellegrinaggio romano, Andrea Tornielli sul suo blog Sacri Palazzi.
Il vaticanista accenna ad un "noto web cattolico" che avrebbe sconsigliato al Papa di "manifestare la sua vicinanza" ai giovani, alle famiglie, agli anziani che in numero impressionante, nonostante i venti contrari e i fuochi amici, sabato scorso sono convenuti a Roma per pregare per Lui e per la Santa Chiesa.

« Anche «L’Osservatore Romano» di questo pomeriggio ricorda che Benedetto XVI, attraverso il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, ha deciso di far pervenire un messaggio con la sua benedizione apostolica inviando il «suo cordiale saluto a tutti i partecipanti, assicurandoli della sua fervente preghiera». Il messaggio, che è stato letto in francese e in italiano, non era affatto scontato: fino all’ultimo gli stessi organizzatori del pellegrinaggio non sapevano se sarebbe arrivato e un noto sito web cattolico molto vicino alla Santa Sede aveva di fatto sconsigliato il Papa dal manifestare la sua vicinanza ai pellegrini del motu proprio perché «un messaggio sarebbe un gesto che rischia di essere frainteso dalla maggioranza dei fedeli del mondo» che «potrebbe trasformarsi agli occhi di molti fedeli come un volgersi indietro». (da Sacri Palazzi del 05.11.2012)

Secondo alcuni "ben informati" il " noto sito web cattolico molto vicino alla Santa Sede" sarebbe Korazym. org
 e l'articolo che avrebbe voluto tenere  il Papa lontano da noi pellegrini sarebbe QUESTO del 27.10.2012.
Di seguito ne riportiamo la parte che riguarda il pellegrinaggio (parte che segue quella sul caso dell'espulsione di Mons. Williamson dalla F.S.S.P.X: con che nesso, poi, mah?). Sottolineato la frase incriminata che avrebbe voluto convincere il Papa a non mandare il messaggio. Messaggio toccante che invece è arrivato, molto affettuoso e gradito. (Grazie ancora, Santità!).


" [...] Un testo generoso, considerando anche che tra pochi giorni ci sarà il pellegrinaggio degli appassionati della liturgia pre-conciliare a Roma. É stata programmata una serie di eventi e anche una messa in San Pietro. Il Coetus Internationalis Summorum Pontificum ha espressamente dichiarato di volere “manifestare in questo modo il nostro amore per la Chiesa e la nostra fedeltà alla Sede di Pietro” e che “la messa romana tradizionale, in particolare nel Canone, è sempre stata considerata di per sé stessa una magnifica professione di fede della ChiesaMater et Magistra”.Certo il Coetus è un po’ un’arma a doppio taglio. Dichiarare che molti sacerdoti celebrano la messa “ogni giorno” nella “forma straordinaria” e che le vocazioni sacerdotali aumentano grazie ai “seminari dedicati alla forma straordinaria”, tra i quali quelli della SSPX, significa tentare di minare il senso stesso della dinamica profetica della Chiesa cattolica che guarda avanti. [a nostro avviso invece significa dire solamente la Verità!, n.d.r.]Intanto il 3 novembre sarà il cardinale Cañizares Llovera, prefetto del Culto Divino, alle 15.00 a celebrare il pontificale con il rito straordinario. Il Papa per ora non ha fatto sapere se ci sarà da parte sua una forma di partecipazione. Negli ambienti vicini dicono di si. Ma certo anche un messaggio sarebbe un gesto che rischia di essere frainteso dalla maggioranza dei fedeli del mondo che ama e vive la riforma liturgica traendone grandi frutti spirituali. Resta il fatto che un gesto di amore verso l'unità potrebbe trasformarsi agli occhi di molti fedeli come un volgersi indietro. Allora forse il migliore consiglio per i fedeli di parrocchie e movimenti di tutto il mondo è quello del Papa di riprendere in mano i documenti del Concilio e rileggerli davvero, senza lasciarsi condurre da strani venti di dottrina che soffiano avanti ed indietro ma raramente verso Cristo."
di Angela Ambrogetti, da Korazym del 27.10.2012

miércoles, 7 de noviembre de 2012

Video de la peregrinaciòn "Una cum Papa nostro"

Gracias al blog "Una cum Papa nostro" - http://unacumpapanostro.wordpress.com - que me ha mandado el video de la peregrinaciòn.
Qué importante es que el organizador, padre Claude Barthé, haga hincapié en el atractivo que ejerce la forma extraordinaria en la juventud (en efecto, estaba presente un grupo de "Iuventutem Internationalis"), en còmo el nùmero de vocaciones al sacerdocio y a la vida consagrada aumentan. Bueno, por algo serà, no? Habrìa que meditar un poquito los que se quejan de la falta de vocaciones, de los seminarios vacìos, de los conventos que cierran... Ciertamente no hay que mirar para otro lado. No es asì còmo se resuelve este tema! El remedio està. Basta querer aplicarlo.


martes, 6 de noviembre de 2012

Artìculo vergonzoso de "Famiglia Cristiana"

Quiero aclarar que hace màs de 10 años que vivo en Italia y que durante bastante tiempo fui lectora de revistas "católicas" como "Famiglia Cristiana", "Jesus" y "Gente Veneta", revistas que he dejado de comprar debido a la inconsistencia de sus artìculos, cuando no por su visión no siempre conforme a las enseñanzas de la Iglesia, su tendenciosidad (como el artìculo de referencia) y otras yerbas, como decimos en Argentina. Es lamentable y parece no tener fin, en este caso, "Famiglia Cristiana", los autores, huéspedes de tales panfletos pseudo-católicos, cómo se explayan en el arte de deformar las conciencias de los lectores haciéndoles creer que, los que participamos de la peregrinación "Una cum Papa nostro", somos cismáticos, que porque está el Papa besando el altar en el logo significa que él iba a celebrar la Misa, que se quiera volver hacia atrás... Bueno, en pocas lìneas, la autora ha manifestado un temor exagerado. Cuál es el miedo, viéndonos en procesión yendo a San Pedro? Que la gente descubra que hay otro modo de ser católico que no es el de ellos? Que la gente se sienta atraìda por los cantos y oraciones en legua latina y caiga en la "tentación" de querer profundizar el significado de esa "extraña" peculiaridad de "modus operandi" católico? Bien, acá estamos hablando de "expertos en diálogo", diálogo con todos menos con... los "diversamente católicos", claro està! En fin, acà va la "perla"... Que la disfruten!

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I tradizionalisti sbarcano a San Pietro

Messa in latino all'interno della Basilica in ringraziamento al Papa per il motu proprio che liberalizza il vecchio messale.

03/11/2012
La locandina del pellegrinaggio. In copertina il cardinale Canizares Llovera (foto reuters)
La locandina del pellegrinaggio. In copertina il cardinale Canizares Llovera (foto reuters)
Hanno sfilato per via della Conciliazione, a Roma, per concludere il loro pellegrinaggio, Una cum Papa nostro, a San Pietro. Ad attenderli in basilica alle 15.00, per la celebrazione della messa in latino, il cardinale Antonio Canizares Llovera, 66 anni, ex primate di Spagna e attualmente prefetto della Congregazione per il culto divino e i sacramenti. I tradizionalisti hanno voluto così ringraziare, con una tre giorni di preghiera, papa Benedetto XVI per aver liberalizzato, con ilmotu proprio Summorum Pontificum pubblicato nel 2007, l’uso dell'antico messale. Qualche perplessità l’ha sollevata sia la locandina di invito al pellegrinaggio e alla messa, con in primo piano Benedetto XVI che bacia l’altare, sia il momento della convocazione. I tradizionalisti, infatti, hanno fatto quasi credere che la messa potesse essere celebrata dallo stesso Ratzinger.

Inoltre il momento scelto, a pochi giorni dalla conclusione del Sinodo dei vescovi e dall’apertura dell’Anno della fede, sembra aver voluto enfatizzare il ritorno indietro piuttosto che l’apertura verso il mondo contemporaneo.

«Si tratta solo di sottolineare la lealtà dei tradizionalisti al Papa», dicono i partecipanti, mentre il cardinale Canizares Llovera ricorda che «la Congregazione della quale il Papa mi ha chiamato ad essere Prefetto non ha nulla in contrario all’uso della liturgia antica, anche se il compito proprio del nostro dicastero è di approfondire il significato del rinnovamento liturgico secondo le direttive della costituzione 'Sacrosanctum Concilium' e dunque di metterci sulla scia del Concilio Vaticano II».

Lealtà che però deve ancora essere provata visto lo stallo dei negoziati tra Vaticano e Fraternità sacerdotale San Pio X.

Opiniones de diversos blogs sobre la peregrinación del 3 de noviembre - Parte I

Como era de esperar, los blogs amigos de la Tradición dieron a conocer sus opiniones sobre la memorable peregrinación del 3 de noviembre. Comenzamos por "Cordialiter". Me gusta lo que han escrito porque se asemeja a mi propia forma de pensar. Creo que yo hubiera escrito lo mismo: nos espera una larga batalla todavìa. Lo importante es que nos hicimos ver en gran número por las calles de Roma y luego en la basìlica de San Pedro. La "revolución cultural" que nos han impuesto terminará pronto porque, lo que no es de Dios, no puede durar mucho. 

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LUNEDÌ 5 NOVEMBRE 2012

Un Pellegrinaggio memorabile

Il 3 novembre migliaia di pellegrini giunti a Roma da vari Paesi dell'orbe cattolico hanno avuto la grazia di poter assistere al Santo Sacrificio della Messa celebrato nella Basilica di San Pietro dal Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione del Culto Divino. È stato un successo strepitoso! Fino a poche settimane fa, in pochi avrebbero scommesso sulla sua riuscita, si temeva un flop clamoroso che sarebbe stato disastroso per il movimento tradizionale, infatti i modernisti avrebbero avuto un'occasione imperdibile per dipingerci come “quattro gatti” che fanno solo caciara. E invece si sono presentati nel centro della cristianità migliaia di leoni arditi pronti a combattere senza tregua la buona battaglia della fede.

Se prima qualcuno poteva avere ancora qualche dubbio, adesso tutti possono essere consapevoli che è nato un nuovo movimento liturgico di stampo tradizionale che sta dilagando tra i fedeli. È evidente che dopo la promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum c'è stato un vero e proprio “sfondamento a sinistra”, cioè il movimento ha arruolato nei suoi ranghi molti fedeli che in passato erano distanti dai temi cari al mondo della Tradizione. Ormai la “Linea Maginot” modernista è stata sfondata, e alle anziane e acciaccate truppe progressiste non rimane che battere in rovinosa ritirata.

Fino a dieci anni fa, chi di noi poteva immaginare che in San Pietro si sarebbe tenuta la splendida celebrazione liturgica in rito antico del 3 novembre? Chi avesse osato sognare una cosa del genere sarebbe stato etichettato come “vittima di idee anacronistiche” e forse anche come “scismatico”. Se poi avesse sognato anche che a celebrare sarebbe stato il Prefetto della Congregazione del Culto Divino, avrebbe rischiato di essere rinchiuso direttamente in manicomio. Le speranze che ieri sembravano folli sogni, oggi sono realtà. Che cosa ci aspetta il futuro? Un giorno la Messa tridentina sarà celebrata persino all'altare del Bernini? Staremo a vedere ciò che accadrà nei prossimi anni, ma una cosa è chiara a tutti: i tradizionalisti non si arrendono mai, combatteranno sino alla vittoria della Tradizione. La battaglia non è solo sul fronte liturgico, ma su tutti i fronti della vita cristiana. Bisogna abbattere la “rivoluzione culturale” che ha sfigurato l'immagine del cattolicesimo. Non ne possiamo più delle Messe show e degli abusi liturgici! Siamo stanchi dei teologi che negano che Cristo sia l'unico salvatore del genere umano! Basta con la secolarizzazione degli ordini religiosi!

I modernisti avranno ancora filo da torcere, la lotta spirituale continua su tutti i fronti sino a quando non sarà estirpata definitivamente la “sintesi di tutte le eresie”.

lunes, 5 de noviembre de 2012

Pellegrinaggio "Una cum Papa nostro" 1-3 novembre 2012

Presentación

Hace tiempo que deseaba empezar un blog dedicado a la Santa Madre Iglesia Católica Apostólica Romana desde el punto de vista tradicional. Este último término no es que me guste mucho usarlo porque nuestra Iglesia, fundada por N.S. Jesucristo, es UNA y justamente está basada en los tres pilares que la sostienen: SAGRADA ESCRITURA, TRADICION y MAGISTERIO. Pero la realidad es que para muchos, aún aquéllos que se consideran dentro de la Iglesia, la palabra TRADICION es una cosa en desuso, una cosa que fue dejada de lado hace algunas décadas en nombre de una supuesta "nueva Iglesia" que serviría para... hacer "mejores católicos?".

El nombre del blog se me ocurrió de golpe mientras estaba en Misa en la iglesia "Ss. Trinità dei Pellegrini" en Roma, ayer domingo 3 de noviembre, después de haber participado en la Peregrinaciòn Internacional "Una cum Papa nostro". Pido perdòn a Dios por la distracción... Hacía tiempo que buscaba un nombre apropiado y ayer justo se presentó habiendo escuchado hablar en tantas leguas durante los tres días de culto litúrgico a los cuales hemos participado.

Missa Omnium, la Misa de todos. La Misa de todos porque, si bien las lenguas de origen de los peregrinos eran distintas, UNA SOLA LENGUA nos unía litúrgicamente: el latín. La Misa de todos porque los actos de culto, en el rito antiguo, son iguales para todos. No hay cabida a la improvisación. Todos podemos reconocernos en una misma liturgia sin necesidad de encontrarnos perdidos donde quiera que vayamos.

La labor de recuperación de este patrimonio litúrgico es y será ardua. A nuestro amado Santo Padre Benedicto XVI vaya todo nuestro agradecimiento por haber emanado el Motu Proprio "Summorum Pontificum" que liberaliza la facultad de decir Misa en rito antiguo o forma extraordinaria. Que Dios lo colme de bendiciones y gracias celestiales.